Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • 21 ottobre 2018
Definizione e storia del termine dall'antichità ad oggi
Melanconia:
1. Stato d’animo di vaga tristezza, spesso alimentato dall’indugio rassegnato o addirittura compiaciuto, nell’ambito di sentimenti d’inquietudine o delusione.
2. Anticamente, l’umor nero, uno dei quattro umori generati dall’organismo umano, cui si attribuivano malefici e spesso fatali influssi sulle funzioni vitali.
3. Come malattia psichica. Variante di malinconia, preferita nel linguaggio psichiatrico, per designare uno stato psichico caratterizzato da una alterazione patologica del tono dell’umore, nel senso di un’immotivata tristezza talvolta accompagnata da ansia. (
Normalmente le persone sperimentano un'ampia gamma di umori e hanno un repertorio ugualmente ampio di espressioni affettive.
Nei disturbi dell'umore si perde il senso di controllo e le persone vivono in grave disagio.
I pazienti con umore depresso (depressione) hanno una perdita di energia e interesse, sensi di colpa, difficoltà di concentrazione, perdita dell'appetito e pensieri di morte o suicidio.
Altri segni e sintomi dei disturbi dell'umore includono cambiamenti nel livello di attività, nelle capacità cognitive, nel linguaggio e nelle funzioni vegetative (come sonno, appetito, attività sessuale e altri ritmi biologici).
Questi cambiamenti quasi sempre risultano in un disturbo dei rapporti interpersonali, sociali e lavorativi.
I soggetti con disturbo dell'umore spesso attribuiscono una qualità ineffabile, ma distinta al loro stato patologico.
La depressione è stata evidenziata sin dall'antichità.
Descrizioni di ciò che ora viene definito "disturbo dell'umore" si ritrovano in molti documenti antichi.
La storia di re Saul del Vecchio Testamento descrive una sindrome depressiva, così come la storia del suicidio di Aiace nell'Iliade di Omero.
Intorno al 400 a.C. Ippocrate usò i termini mania e melancolia per indicare i disturbi mentali.
Intorno al 30 d.C. Aulo Cornelio Celso descrisse la melancolia dal greco (melan ["nero"] e cholé ["bile"]) nella sua opera De re medicina come una depressione causata da bile nera.
Il termine continuò a essere usato da altri autori medici, inclusi Arateo (120-180), Galeno (129-199) e Alessandro di Tralles nel sesto secolo.
Il medico ebreo del XII secolo Moses Maimonides considerò la melancolia come una entità clinica a sé stante.
Nel 1686 Bonet descrisse un processo morboso mentale che definì maniaco-melancholicus.