Stress Acuto e Post- Traumatico (PTTS)

Parlare di Stress significa dover fare riferimento, anzitutto, a quella che può essere considerata la risposta primaria allo stress, ovvero all'ansia. Oltre ai disturbi che definiscono i diversi quadri clinici dei Disturbi d'Ansia, occorre anche definire le due principali sindromi cliniche dirette espressione dello stress.

Il fatto che un evento sia percepito come stressante dipende dalla sua natura ed anche dalle risorse della persona, dalle sue difese psicologiche e dai suoi meccanismi di reazione.

Lo STRESS è una "reazione emozionale intensa a una serie di stimoli esterni che mettono in moto risposte fisiologiche e psicologiche di natura adattiva",  è questa la definizione di stress.

Se gli sforzi del soggetto falliscono perché lo stress supera le capacità di risposta, l'individuo è sottoposto a una vulnerabilità nei confronti della malattia psichica, di quella somatica o di entrambe.

Il termine, largamente usato anche nel linguaggio corrente con significati spesso in contrasto tra loro, è stato introdotto in biologia da W. B. Cannon, ma solo successivamente ebbe una definizione univoca grazie a H. Selye, secondo cui «lo stress è la risposta non specifica dell'organismo ad ogni richiesta effettuata ad esso» (1971).

La richiesta comprende una gamma molto ampia di stimoli, detti agenti stressanti, mentre la risposta biologica, che è sempre la stessa, è la conseguenza di una reazione difensiva nell'organismo.

Tale reazione difensiva e adattiva, denominata emergenza o anche sindrome generale di adattamento, è caratterizzata da una fase di allarme con modificazioni biochimiche ormonali, da una fase di resistenza in cui l'organismo si organizza funzionalmente in senso difensivo, e da una fase di esaurimento in cui avviene il crollo delle difese e l'incapacità di adattarsi ulteriormente. Secondo Selye lo stress non può e non deve essere evitato perché costituisce l'essenza stessa della vita, perciò non è una condizione patologica dell'organismo, anche se in alcune circostanze può produrre patologia, come quando lo stimolo agisce con grande intensità e per lunghi periodi (vedi il post sui disturbi da stress e la pagina del sito sul disturbo post-traumatico da stress).

L'importanza delle emozioni nelle reazioni di stress ha originato il concetto di stress psicologico che differisce da quello fisiologico in quanto la risposta dipende dalla valutazione cognitiva del significato dello stimolo.

Esistono definizioni di stress in base all'intensità dello stimolo, altre formulate in base alla qualità della risposta fisiologica, altre ancora che descrivono lo stress in base al costo richiesto all'individuo dalla sua modalità specifica di affrontare i problemi e rispondere all'ambiente.

Oltre agli stress psicofisiologici determinati da un eccesso di stimolazione, sono descritti anche gli stress psicosociali la cui dinamica prevede:

1) una situazione esterna caratterizzata da difficoltà interpersonali, sociali o individuali quali solitudine, abbandono, fallimento lavorativo, eccessive richieste di rendimento e simili;
2) una risposta interna che trova le sue espressioni nell'ansia, nella colpa, nell'ira o nella depressione;
3) un comportamento esterno, suscitato da quella risposta ora adeguata e realistica, ora inadeguata, con liberazione di impulsi incontrollati di natura psichica o funzionale psicosomatica. Lo stress, infatti, è riconosciuto da tutti come elemento predisponente le sindromi psicosomatiche (vedi la pagina del sito sulle malattie psicosomatiche).

(Bibliografia essenziale: SELYE H., Stress senza paura (1971), Rizzoli, Milano, 1976.)

I conflitti causati da eventi esterni sono di solito interperso­nali, mentre quelli causati da eventi interni sono intrapsi­chici o intrapersonali. Una combinazione di entrambi è pos­sibile. I con­flitti interpersonali e intrapsichici sono in effetti di solito combinati, poiché gli esseri umani sono sociali e i loro prin­cipali conflitti sono solitamente con gli altri individui.

Consideriamo ora nel dettaglio i due maggiori quadri clinici legati allo stress, ovvero il Disturbo Post-Traumatico da Stress e lo Stress Acuto

01 Stress Post-Traumatico


Il DSM definisce il disturbo post-traumatico da stress come una configurazione di sintomi tipici che si manifestano dopo che una persona vede, è coinvolta oppure sente parlare di "un fattore stressante estremamente traumatico". La persona reagisce a questa esperienza con paura e impotenza, rivive continuamente l'evento e cerca di evitare situazioni che potrebbero ricordarlo. I sintomi devono durare per più di un mese e devono condizionare in modo significativo importanti aspetti dell'esistenza, quali la famiglia o il lavoro.


Lo stress che causa il disturbo posttraumatico da stress ha una portata tale da essere traumatico per chiunque. Può derivare da esperienze di guerra, tortura, catastrofi naturali, aggressione, stupro e incidenti gravi, ad esempio incidenti stradali o con il fuoco. Le persone rivivono l'evento traumatico nei sogni o in fantasie a occhi aperti; sono determinate a evitare qualunque cosa possa ricordare loro l'evento e avvertono una riduzione della propria responsività a tali ricordi insieme a uno stato di ipervigilanza. Sintomi comunemente associati al disturbo posttraumatico da stress sono depressione, ansia e difficoltà cognitive (p.es., difficoltà di concentrazione).


I criteri diagnostici del DSM per disturbo post-traumatico da stress specificano che i sintomi della riesperienza, dell'evitamento e dell'aumentata vigilanza devono essere durati più di un mese. Per i soggetti nei quali i sintomi sono stati presenti per meno di un mese, la diagnosi appropriata può essere di disturbo acuto da stress.


I principali aspetti clinici del disturbo posttraumatico da stress sono la riesperienza dolorosa dell'evento, una modalità di evitamento e di paralisi emozionale, e un aumento della vigilanza abbastanza costante. Il disturbo può non svilupparsi per mesi o anche anni dopo l'evento. L'esame delle condizioni mentali spesso rivela sentimenti di colpa, rifiuto e umiliazione. Il paziente può anche descrivere stati dissociativi e attacchi di panico. Possono essere presenti illusioni e allucinazioni. 
Sintomi associati possono comprendere aggressività, violenza, scarso controllo degli impulsi, depressione e disturbi correlati a sostanze.

Fattori di stress: per definizione, un fattore stressante è il primo fattore causale nello sviluppo del disturbo posttraumatico da stress. Tuttavia non tutti manifestano un disturbo posttraumatico da stress dopo un evento traumatico; l'evento stressante, benché necessario, non è sufficiente a causare il disturbo. Il medico deve anche considerare i fattori biologici individuali preesistenti, i fattori psicosociali preesistenti e gli eventi che si manifestarono dopo il trauma. Ad esempio, far parte di un gruppo che sopravvive a un disastro talvolta aiuta una persona ad affrontare il trauma perché altri hanno condiviso la sua esperienza. Tuttavia, il rimorso di essere sopravvissuto talora complica il trattamento del disturbo posttraumatico da stress.


Benché un tempo si ritenesse che i sintomi del disturbo posttraumatico da stress fossero direttamente proporzionali alla gravità dell'evento stressante, studi empirici hanno dimostrato che non è così. Di conseguenza vi è un consenso crescente sul fatto che il disturbo ha molto a che fare con il significato soggettivo che il paziente attribuisce all'evento stressante.
 La maggior parte delle persone, anche se deve affrontare un trauma di grave entità, non manifesta i sintomi del disturbo posttraumatico da stress. Analogamente, eventi che possono sembrare banali o non certo catastrofici per la maggior parte della gente possono causare un disturbo, post­traumatico da stress in alcuni individui a causa del significato soggettivo dell'evento.

I fattori di vulnerabilità predisponenti che risultano giocare un ruolo primario nel determinare se il disturbo si svilupperà comprendono:

1) la presenza di un trauma infantile,
2) tratti di disturbo border­line, paranoide, dipendente o antisociale di personalità,
3) un inadeguato sistema di supporto,
4) una vulnerabilità genetico-costituzionale alle malattie psichiatriche,
5) recenti cambiamenti stressanti della vita,
6) la percezione di essere controllati dall'esterno piuttosto che dall'interno e
7) una recente eccessiva assunzione di alcool.


Studi psicodinamici di persone sopravvissute a gravi traumi psichici hanno identificato l'alessitimia - incapacità di identificare o verbalizzare gli stati emozionali - come aspetto comune. Se un trauma psichico si manifesta in gioventù, può spesso verificarsi un arresto dello sviluppo emozionale; se il trauma compare nell'età adulta, spesso si ha una regressione emozionale. In entrambi i casi i sopravvissuti al trauma di solito non sono in grado di usare gli stati emozionali interni come segnali e possono provare sintomi psicosomatici.

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena

02Stress Acuto

I fattori psicosociali di stress sono importanti nella patogenesi di tutti i di­sturbi mentali, ma il loro ruolo eziologico specifico risulta determinante solo in alcuni di essi.

Oltre al Disturbo Post-traumatico da Stress , iI Disturbo Acuto da Stress riguarda quelle reazioni simili al post-traumatico ma che du­rano meno di 1 mese e che si manifestano subito dopo l'esposizione ad un qual­che fattore di stress.

I sintomi di  stress acuto presentati dal paziente possono essere elencati in 5 categorie:

1) - sintomi d’intrusione: improvvisi e ricorrenti flashback (percezioni di rivivere l’evento), ricordi dell’esperienza traumatica e sogni in cui il contenuto e le emozioni suscitate sono riconducibili a essa;
2) - umore negativo se non francamente depresso, con persistente incapacità di provare emozioni positive;
3) - sintomi riconducibili all'area dissociativaquali ad esempio alterato senso di realtà (relativo alla percezione di sé o dell’ambiente esterno) e incapacità o difficoltà di ricordare elementi dell’evento traumatico (c.d. amnesia dissociativa);
4) - sintomi di evitamento: tentativi di evitamento di ricordi spiacevoli, pensieri ed emozioni relativi all’evento traumatico e/o degli stimoli esterni che possono innescare i ricordi, i pensieri o i sentimenti negativi associati all’evento, senza che questo tuttavia delinei l'esistenza di un quadro di Disturbo di Evitamento.
5) - sintomi di attivazione fisiologica (arousal): disturbi del sonno, evidente irritabilità,  episodi di rabbia, stato di ipervigilanza, difficoltà di concentrazione, stato perenne di allarme.

Il lutto rappresenta la reazione a un tipo specifico di fattore psicosociale di stress (cioè la perdita di una persona amata), ma non viene considernto un disturbo mentale perché le reazioni di questo tipo sono da considernre normali, anche se clinicamente significative. Quando la sofferenza appare più grave o più prolungata rispetto alle caratteristiche del lutto, allora può risultare più appropriata una diagnosi di Disturbo Depressivo Maggiore (oppure di Disturbo dell'Adattamento).

Francesco Giubbolini psicoterapeuta a Siena
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