Dr. F. Giubbolini - Psichiatra a Siena • gen 13, 2019
La Fobia
è il timore irrazionale e invincibile per oggetti o specifiche situazioni
che, secondo il buon senso, non dovrebbero provocare timore.
Tali sono la paura per spazi aperti ( agorafobia
), per quelli chiusi ( claustrofobia
), la paura di arrossire ( eritrofobia
), la paura dello sporco ( rupofobia
), la paura delle malattie ( patofobia
, vedi il post su: ipocondria
), ecc.
La fobia si distingue dalla paura perché, a differenza di quest'ultima, non scompare di fronte a una verifica della realt
à, e al tempo stesso va tenuta distinta dal delirio
perché il fobico è perfettamente consapevole dell'irrazionalità dei suoi timori che tuttavia non riesce a risolvere.
Un tempo la psichiatria dinamica trattava unitariamente la fobia e l'ossessione; oggi si tende a differenziare le due figure perché, come precisa G. Jervis, «la fobia è il tentativo di costruire una difesa contro la propria ansia allontanandone ostinatamente l'occasione di manifestarsi con uno scongiurante e precipitoso atteggiamento di rifiuto che non fa che evocarne continuamente il fantasma; la difesa ossessiva è invece il tentativo di costruire una serie di barriere magiche fra sé e l'ansia, un labirinto di scongiuri, una struttura di comportamenti meticolosamente controllati, utili per allontanare all'infinito il momento del non-controllo, il rischio della crisi» (Jervis, 1975).
Le fobie sono cariche di significati simbolici nel senso che le cose o le persone o le situazioni temute dal soggetto rinviano in un modo più o meno deformato o a una pulsione repressa, o a una punizione per l'impulso inconscio e inaccettato, o a una combinazione delle due.
La condizione fobica rivela solitamente una condizione di dipendenza infantile e quindi di non raggiunta autonomia che si manifesta nella paura di agire e quindi nell'immobilismo.
Così il timore di luoghi aperti o di allontanarsi dall'ambiente noto (agorafobia) manifesta una situazione psicologica di insicurezza da far risalire a una condizione di dipendenza dalla famiglia e a sensi di colpa riguardanti la propria autonomia. Allo stesso modo la fobia dello sporco (rupofobia) può nascondere il terrore del sesso, dello sperma e della gravidanza o inconfessabili sentimenti di colpa.
Le interpretazioni patogenetiche della fobia più accettate sono quella psicoanalitica e quella comportamentista
.
Per la psicoanalisi, la fobia è il prodotto dei meccanismi di difesa dell'Io che, con la rimozione e lo spostamento trasferisce un complesso interiore che causa conflitti e ansia su un oggetto esterno che il soggetto fobico ritiene sia più facile evitare.
Al contrario per il comportamentismo la fobia è il risultato di un cattivo apprendimento che produce una risposta inadatta e sproporzionata alla situazione reale.