Negli ultimi anni l'interesse per lo studio dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA)
è andato via via aumentando, sia in relazione ad un incremento dell'incidenza di tali disturbi, che ad una maggiore sensibilizzazione sociale nei loro confronti.
Dati recenti sostengono che nei Paesi occidentali industrializzati la prevalenza, nelle popolazioni a rischio (rappresentata essenzialmente da adolescenti e giovani adulti), va dallo 0,1 all'1,9% per l' Anoressia Nervosa
e dall'1 al 3% per la Bulimia Nervosa.
La fascia d'età maggiormente colpita è quella compresa tra i 12 e i 18 anni per l'Anoressia e tra i 12 e i 35 anni per la Bulimia. Entrambe le patologie risultano più frequenti nel sesso femminile.
Un dato quanto mai significativo è quello rappresentato dalla mortalità delle pazienti anoressiche, che attualmente è pari al 15% e, nonostante tale patologia sia nota ai clinici ormai da almeno tre secoli, colpisce che il primo congresso multidisciplinare su questo disturbo si sia tenuto a Montecarlo solo nel 1993.
Oggi le necessità e le problematiche dello studio dei Disordini del Comportamento Alimentare
sono inerenti la necessità di trovare una più vasta condivisione, tra gli studiosi, sulle caratteristiche psicopatologiche di questi disturbi.
Riconoscere e separare i disordini alimentari con autonomia diagnostica (i cosiddetti DCA puri)
da quelli, più propriamente sintomatici, che si sviluppano nel contesto di un altro altro disturbo psichiatrico
. Gli alti tassi di comorbilità tra i DCA e le altre patologie psichiatriche, fanno sorgere infatti l'interrogativo sul ruolo e sul rapporto eziopatogenetico svolto da questi disturbi.