Linee guida per una buona pratica psicoterapica

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • 30 settembre 2018

Linee guida per la psicoterapia

Codici di etica e linee-guida per una buona pratica psicoterapeutica.

Gli anni Novanta hanno visto uno sforzo concentrato, volto alla professionalizzazione della psicoterapia.

Vi può essere un paradosso nel tentativo di istituzionalizzare un'attività, una pratica che richiede un certo distacco dai costumi correnti della società. Anche se questo non appare come un impedimento, cercare di regolamentare un'attività varia come la psicoterapia può apparire scoraggiante.

Non di meno, i principi etici della buona pratica sono comuni a tutte le forme di terapia.


I codici di pratica contengono sezioni sulla responsabilità dei professionisti ad offrire al paziente la terapia che può essere più efficace, sulla necessità di mantenere il segreto professionale e di non sfruttare i pazienti dal punto di vista sessuale o finanziario e di avere qualcuno che supervisioni il loro lavoro, che deve essere accompagnato da un aggiornamento costante.




La psicoterapia è probabilmente l'unica professione che ha sviluppato una posizione sfumata sulla pratica etica.
Si può sostenere che la psicoterapia sia una delle professioni meno tecniche, basata come è sulla conversazione tra due persone e su elementi "normali" che solitamente accadono all'interno delle relazioni: sensazioni sensuali, giochi di potere, varie forme di coercizione e così via.

La psicoterapia è speciale appunto perché basa la terapia proprio su questi aspetti che non sono, quindi, un prodotto secondario di un rapporto puramente professionale.



La psicoterapia rappresenta un'eccezione anche dal punto di vista etico in quanto opera una distinzione tra proibizioni esterne (rappresentate dal "Super-Io"), e i valori che permettono di am morbidire la severità del Super-Io, incorporandolo in un funzionamento più maturo dell'Io.

Ponendo l'enfasi sullo sviluppo personale , sia per il terapeuta che per il paziente, essa persegue obiettivi propri della maturità: trattare gli altri come si desidererebbe essere trattati e "amare i propri pazienti", nel senso di avvicinarsi a loro con attenzione, tenerezza e rispetto (e, quando necessario, fermezza, in quanto tracciare dei limiti con mano ferma può essere un aspetto dell'amore).



Queste sono pretese ambiziose: se vengano mai raggiunte e come lo si possa valutare è un compito che spetta alla ricerca.


La psicoterapia come professione indipendente è nata da due discipline sorelle: la medicina e la psicologia clinica , ognuna delle quali è corredata da un insieme di principi etici.

L'etica psicoterapeutica è fortemente basata sull'etica medica , che si è evoluta nel corso di due millenni: le due professioni si trovano in una posizione che permette mutue influenze.

La pratica medica aspira ad essere "basata sulle prove" e questo ha chiare implicazioni di ordine etico.


Offrire un trattamento che non è di comprovata efficacia contravviene al principio di beneficenza, sebbene la non-maleficenza rimanga una responsabilità primaria (è molto peggio fare del male che non fare alcun bene).

La necessità di una psicoterapia basata sulle prove viene sempre maggiormente riconosciuta come risultato diretto di questo principio.


Al contrario, la rivalutazione dei fenomeni di transfert e di controtransfert può aiutare la medicina a raggiungere una considerazione più matura del rapporto medico-paziente e di comprendere in modo più approfondito le sue mancanze e i suoi rischi.



Etica e psicoterapia sono inseparabili . Una terapia che sia buona dal punto di vista tecnico, sarà integra anche sul piano etico; e un corretto approccio etico ai pazienti apporterà sicuramente dei benefici terapeutici.

Va sottolineata infine la necessità della ricerca psicoterapeutica al fine anche di sostenere la pratica etica.

psicologo siena
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