La Sindrome (o sintomo) di Capgras

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • 18 ottobre 2018

Illusione del Sosia

L'illusione del sosia

L'illusione è una alterazione percettiva per cui la percezione non si conforma alle caratteristiche dello stimolo de­terminando una discrepanza tra mondo fisico e mondo percepito.


L'illusione va distinta dall'allucinazione che è una falsa percezione in assenza di stimoli sensoriali adeguati, per cui è detta anche «perce­zione senza oggetto.



L'illu­sione, che di per sé non è indicativa di una partico­lare patologia, è comunque più facilmente riscontra­bile in alcuni disturbi dell'affettività e in certi disor­dini mentali, come negli stati confusionali o in quelli crepuscolari.



Le caratteristiche 'affettive' delle illusioni: Jaspers : «Quando si cammina da soli attraverso un bosco, impauriti, si scambia un tronco d'albero, un masso di roccia per una forma umana. Il malato melanconico, nell'angoscia di es­sere ucciso, vede nei vestiti attaccati al muro un ca­davere pendente. Un rumore indifferente gli dà l'impressione del tintinnare e dello stridere delle ca­tene con le quali dovrà essere incatenato. Queste illusioni così mutevoli quasi sempre risultano com­prensibili in base al contenuto delle emozioni».



Illusione del sosia (sindrome di Capgras) : convinzione delirante che persone o ambiente non siano veramente loro, ma sosia che, come impostori, ne assumono ruolo e comportamenti.
 Leggi anche, nel sito, la pagina su: Sindrome di Cotard

Le prime descrizioni di questa sindrome risalgono al 1923 ad opera dello psichiatra francese Capgras ; altri AA negli anni successivi hanno descritto casi analoghi.


In precedenza il fenomeno era stato riportato da Janet (1903) e da Sérieux (1911) .



Il fenomeno consiste in una "forma complicata di errata identificazione", molto più caratteristica e specifica delle consuete errate identificazioni che si verificano nella schizofrenia.


Arieti riporta un caso abbastanza tipico che considera come parte di una sindrome paranoide , ed osserva che "da un esame della letteratura si ha l'impressione che i malati descritti potrebbero essere classificati o come schizofrenici paranoidi o come stati paranoidi";
in tal senso la sindrome di Capgras potrebbe essere più propriamente chiamata sintomo di Capgras .



Secondo gli studiosi dell'antropoanalisi, nell'esperienza del paziente con la sindrome di Capgras sono in gioco tre persone: il malato, l'alter (la persona nota al paziente) e l'alius (il sosia) .

Il paziente sposta i suoi affetti (di solito aggressivi) sull'alius mentre all'alter è risparmiato l'odio del paziente.


La persona nota (il coniuge, il padre, la madre) viene scissa nell'alter, che non è più presente nella disponibilità sensoriale del paziente, e nell'alius, che ha preso il posto dell'alter ed è, per questo, odiato dal paziente.

psicologo siena
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