Il Disturbo Delirante (la Paranoia)

Dr. F. Giubbolini psicoterapeuta a Siena • 14 ottobre 2018

In precedenza definito "Paranoia"

Considerazioni sul termine 'paranoia'

La c.d. paranoia è una psicosi cronica caratterizzata da un delirio più o meno siste­matizzato, dal predominio dell'interpretazione, dalla assenza di deterioramento cognitivo e che, in generale, non evolve verso la demenza. I
l termine rimanda a parola greca che significa follia, sconvolgimento della mente, ed è usato da lungo tempo in psichiatria.
Tale termine oggi non è più incluso nella terminologia internazionale ufficiale relativa alle patologie mentali, essendo stato sostituito dal concetto più generale, ma più chiaramente definibile, di Disturbo Delirante .



Il disturbo delirante è definito come una malattia psichiatri­ca in cui i sintomi predominanti sono rappresentati da deli­ri. Il disturbo delirante veniva quindi in precedenza definito "paranoia" o "disturbo paranoide" .

Questi termini, tuttavia, implicano in modo non corretto che i deliri hanno sempre un contenuto persecutorio e ciò non è sempre vero.
I deliri nel disturbo delirante possono anche essere di grandezza, erotici, di ge­losia, somatici e misti nel loro contenuto principale.



Il disturbo delirante va distinto dai disturbi dell'umore ; anche se i pazienti con disturbo deli­rante possono avere un tono dell'umore congruo con il con­tenuto dei deliri, non mostrano tendenza alla generalizza­zione dei sintomi affettivi che è invece propria dei disturbi dell'umore.



Analogamente, i pazienti con disturbo delirante si diffe­renziano da quelli schizofrenici per la natura non bizzarra del contenuto dei loro deliri .

I soggetti con disturbo delirante inoltre mancano di altri sintomi pro­pri della schizofrenia, come importanti allucinazioni, ap­piattimento affettivo e sintomi addizionali relativi a un di­sturbo del pensiero.



Nel 1863 Karl Ludwig Kahlbaum usò il termine paranoia e caratterizzò il disturbo come non comune, ma ben definito; Kahlbaum definiva la condizione come un'affezione par­ziale che colpiva l'intelletto, ma non altre aree di funziona­mento mentale. I pazienti con paranoia, secondo Kahl­baum, sono caratterizzati da un persistente sistema deli­rante che resta relativamente stabile per tutta la durata del­la malattia.



È noto che la paranoia, che nella psichiatria tedesca del XIX secolo tendeva a comprendere tutto l'insieme dei deliri, ha acquistato un senso ancor più preciso ed una estensione più limitata nel XX secolo, soprattutto sotto l'influen­za di Kraepelin.

Kraepelin indicava infatti come 'paranoia' una condizione patologica caratterizzata dall'adesione a un sistema di credenze illusorio, senza alcun apparente deterioramento delle altre facoltà intellettuali, a prescindere dal fatto che tali credenze avessero o meno a che vedere con un complesso di persecuzione.
Anche se la definizione di Kraepelin non è più usata, l'uso del termine "paranoico" in senso ampio sopravvive nella terminologia psichiatrica.



Eugen Bleuler , che coniò il termine schizofrenia, è respon­sabile dell'ampliamento del gruppo di persone che possono rientrare nella diagnosi di schizofrenia. Bleuler pensava tuttavia che la paranoia dovesse essere considerata forma distinta dalla schizofrenia, e che fosse una condizione così rara da non meritare una categoria diagno­stica separata.



Continuano a sussistere tuttavia, tra le diverse scuole, delle divergenze in merito all'estensione di questo quadro nosografico.


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