mercoledì 19 settembre 2018

Danno biologico di natura psichica

Il danno biologico di natura psichica determina, conseguentemente ad un trauma, una patologia della salute psichica della persona accertabile tramite diagnosi clinica.

Il concetto di danno biologico è riferito ad ogni modo d’essere ed ogni potenzialità dell’essere umano, comprese tutte quelle manifestazioni dell’individuo inerenti la sfera relazionale, la vita affettiva, le funzioni cognitive e la personalità nel suo insieme.




Danno psichico, danno esistenziale, danno morale

Il danno psichico è diverso da quello fisico poiché non ha manifestazioni esteriori tangibili, riguardando la psiche e non il soma.

Tale menomazione riguarda una riduzione, duratura ed obiettivabile, di una o più funzioni della psiche al punto di impedire al danneggiato di attendere alle proprie attività ordinarie di vita. Tale danno si manifesta quindi come alterazione della integrità psichica, in quanto modificazione qualitativa delle componenti psichiche fondamentali quali ad esempio affettività ed umore.

Il danno psichico costituisce dunque, conseguentemente ad un trauma, una patologia della salute psichica dell’individuo e viene accertato tramite una diagnosi nosografica - descrittiva (DSM V).


Il danno esistenziale, riscontrabile anche in assenza di una vera e propria psicopatologia, si esprime attraverso una modificazione della personalità del modo di vivere la propria vita rispetto a quanto avveniva precedentemente al verificarsi di un evento traumatico, e comporta un cambiamento di progettualità rispetto alla propria esistenza ed alle proprie aspettative. Si presenta quindi come una compromissione dell’espressione soggettiva della personalità stessa, modificando lo stile e la qualità della vita.

Il danno morale infine è un turbamento d’animo soggettivo e transeunte conseguenza del fatto illecito subito. Il concetto fa riferimento ad uno stato di prostrazione e dolore causato da un trauma che non giunge sino ad alterare l’equilibrio e le modalità di relazione e che non comporta una invalidità temporanea o permanente, ovvero non determina l’insorgenza di una vera e propria patologia psichica.

La differenza dunque tra danno psichico e danno morale è che il danno psichico comporta una psicopatologia, quello morale una sensazione di dolore che non inficia la normale vita di relazione.
Il danno esistenziale, invece, è l’insorgere di un modo di comportarsi diverso da prima, con alterazioni dei ritmi di vita e delle attività quotidiane, ovvero l’alterazione dei processi di adattamento della vita quotidiana.


La valutazione e quantificazione del danno biologico di natura psichica (danno psichico)

Ciò che il perito deve valutare, al momento della consultazione, è la presenza di un danno permanente. E’ questo riferibile alla condizione duratura, permanente, su cui riassesta la psicopatologia del soggetto in conseguenza del trauma subito.

Una volta che si sia individuata la diagnosi nosografica la quantificazione del danno tiene in considerazione:

la gravità clinica del disturbo in senso assoluto,

la gravità in termini intra-categoriali (lieve, moderato o grave, con o senza co-morbilità),

la menomazione del funzionamento generale.

E’ stato altresì individuato un riferimento tra la percentuale da attribuire al danno e le scale del funzionamento globale e del funzionamento sociale e lavorativo (Scale VGF e VFSL del DSM IV).

Oltre al danno permanente deve essere anche valutato ed indennizzato il danno temporaneo, ovvero l’andamento nel tempo della psicopatologia, che di solito prevede una fase iniziale di acuzie che successivamente si riduce, si cronicizza o si estingue. Ci si riferisce, relativamente al danno temporaneo, a percentuali di menomazione, una per ogni “fase” di psicopatologia - percentuali che possono essere di intensità massimale, di grado medio - elevato e minimale. Il danno temporaneo prevede dunque l’identificazione di disturbi pregressi che al momento della valutazione appaiono risolti, ma che prevedono comunque un indennizzo.


Il nesso causa - effetto

E’ fondamentale, nel processo peritale, individuare il nesso causa - effetto esistente tra il trauma subito e la psicopatologia.

A tale dopo è fondamentale ricostruire il funzionamento della persona prima del trauma, verificare la corrispondenza tra evento ed insorgenza della psicopatologia, verificare altresì la presenza/assenza di altri eventi traumatici concomitanti o cumulati nel tempo.

Diventa quindi fondamentale riuscire a stimare quanto della attuale patologia è da attribuire all’evento in sé e quanto invece alla vulnerabilità individuale.

Deve essere inoltre individuato il criterio di proporzionalità, ovvero la reale portata psico-lesiva dell’evento occorso.




Il materiale didattico di tale pagina è tratto dal corso sulla Valutazione Peritale del Danno biologico di Natura Psichica nell'ambito del Master in Psicologia Giuridica promosso dallo Studio RiPsi di Milano, edizione 2017. 

Francesco Giubbolini, psichiatra

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